In base alla definizione della Treccani, possiamo definire la navigazione animale come “la capacità di raggiungere una meta spazialmente definita e circoscritta, anche relativamente lontana”. Tutte le specie, le sottospecie, o se vogliamo le sottocategorie, del regno animale sono davvero moltissime, ognuna di essa conserva un bagaglio genetico completamente differente, che le permette di adattarsi al mondo circostante in maniera completamente diversa l’una dall’altra, ma che ha in comune un’importantissima caratteristica:
è il frutto di una selezione naturale perpetua e intransigente.
Navigare nel mondo animale
Nella maggior parte dei casi molti animali raggiungono diversi luoghi secondo una direttiva non casuale, tale fenomeno è chiamato homing e può avvenire semplicemente tramite inversione della direzione, o tramite una vera e propria navigazione, ossia la capacità di trovare la giusta via in luoghi sconosciuti grazie a un determinato sistema di navigazione basato su una “bussola” biologica e caratteristica della specie.
Gli animali dotati della capacità di navigazione sono capaci il compensare i dislocamenti passivi (spostamenti non volontari) e di ri-orientarsi verso la loro meta.
Per fare questo sono fondamentali due requisiti:
- un orologio biologico, che permetta di percepire il senso del tempo
- i punti di riferimento, interni (sole o luna) o esterni
Esistono quattro diversi tipi di orientamento nello spazio:
- l’uso di bussole (sistemi di riferimento astrali o fisiche);
- l’uso di landmark (punti di riferimento esterni ambientali);
- l’uso di mappe mentali;
- il dead reckoning (stima o registrazione di un percorso effettuato).
Bussole
L’orientamento bussolare si fonda sulla presenza di astri o del campo magnetico terrestre. Gli animali capaci di orientamento bussolare hanno la capacità innata di capire la direzione da cui proviene un certo punto di riferimento e di riuscire a orientarsi di conseguenza. I tipi di navigazione basati sull’orientamento bussolare sono quattro: bussola solare (storni o colombi selvatici), lunare (pulce di spiaggia), stellare (alcuni uccelli migratori) e geomagnetica (tartarughe verdi).
L’uso di landmark
L’utilizzo di riferimenti ambientali (landmark) per l’orientamento degli animali deriva da associazioni stimolo-risposta: gli individui imparano a collegare la presenza di un elemento ad eventuali rinforzi positivi. Questo tipo di navigazione può essere visuale, olfattivo o tattile a seconda del tipo di stimoli che lo guidano. È un tipo di orientamento particolarmente importante per animali che nascondono il proprio cibo (es. vespa terraiola, gerbillo).
Mappe cognitive
Alcuni animali, come Homo sapiens, basano la loro navigazione su mappe cognitive, ovvero delle rappresentazioni mentali dello spazio comprensivo delle relazioni fra tutti gli oggetti. In conseguenza alla formazione di una mappa cognitiva l’animale è in grado di orientarsi anche se viene spostato o se vengono rimossi alcuni indizi ambientali. L’abilità di costruire mappe cognitive particolarmente efficaci è legata a una porzione del cervello chiamata Ippocampo. È stato anche dimostrato in seguito a diversi studi, che i tassisti abituati a orientarsi nelle grandi città hanno una struttura dell’Ippocampo di maggiori dimensioni rispetto alle persone che fanno un tipo di lavoro completamente differente.
Il dead reckoning
Il dead reckoning è difficilmente osservabile da solo, in quanto si avvale anche dell’integrazione di indizi come odori, geomagnetismo, vibrazioni, ecc.; consiste nella capacità di calcolare dove si trova il punto di partenza del proprio tragitto sulla base della distanza e degli angoli percorsi. Gli animali riescono a progettare il proprio percorso basandosi sulle somme vettoriali e sulle angolazioni della traiettoria già seguita, per questo di solito vengono integrati anche differenti sistemi di navigazione.
La danza delle api
Un caso veramente eccezionale è quello delle api del miele: con il termine “danza delle api”, descritta dal premio Nobel Karl von Frisch in Tanzsprache und Orientierung der Bienen (1965), si intende un movimento a forma circolare o a forma di otto effettuato dalle cosiddette api esploratrici con il preciso intento di comunicare alle sorelle nell’alveare la fonte di cibo più vicina e appetibile.
Ogni movimento assume un significato preciso; nel caso in cui l’ape effettua una danza circolare comunica alle sorelle una sorgente vicina e ricca di cibo.
La danza può durare anche più di un minuto, in seguito si sposta in altri punti dell’alveare per avvertire anche le api che non hanno ancora assistito alla sua “performance”. Durante la danza circolare non viene data nessun tipo di informazione riguardo le coordinate della direzione, di solito si limita ad un raggio di 100 metri.
Esiste anche la cosiddetta “danza dell’addome”, eseguita quando la distanza dall’alveare aumenta; in questo caso l’ape esegue un breve tratto in linea retta, agitando l’addome, per poi seguire una mezza circonferenza a sinistra e tornare sulla linea retta, girando nuovamente a destra e rientrando sulla linea retta. Questo tipo di danza serve sia per comunicare una sorgente di cibo sia per dare informazioni alle compagne riguardo la distanza e le coordinate da seguire.
Inoltre, se si muove dal cerchio verso l’alto, vuol dire che la nuova fonte è in direzione del sole, se al contrario taglia verso il basso, le altre api comprendono che bisogna andare in direzione opposta.
Nel caso in cui l’ape taglia il cerchio formando un angolo, le sorelle comprendono che devono volare a destra o a sinistra rispetto al Sole, a seconda dell’angolo che questa compie rispetto ad una immaginaria linea verticale.
Anche in caso di cielo nuvoloso le api sanno sempre riconoscere dove sia il Sole, grazie ai raggi ultravioletti che riescono ad attraversare l’atmosfera; questo è possibile perché, a differenza nostra, riescono a vedere le radiazioni elettromagnetiche dell’ultravioletto, non visibili all’occhio umano.
Beatrice Lotto
Fonti:
https://www.biopills.net/orientamento-animali/
https://pinvi.net/come-comunicano-api-danza-circolare-danza-addome/