Uno studio di recente pubblicazione ha messo in luce come la carenza di uno specifico enzima possa essere causa della comparsa della SLA, ovvero Sclerosi Laterale Amiotrofica.
La SLA
La SLA è una malattia neurodegenerativa che colpisce i neuroni che controllano la muscolatura volontaria (motoneuroni); l’attacco ai motoneuroni è costante e progressivo e porta nel tempo alla loro degenerazione e, di conseguenza, alla perdita della capacità di svolgere anche le più semplici attività come muoversi, parlare, bere e mangiare fino ad arrivare, allo stadio finale, all’incapacità di respirare. L’insufficienza respiratoria rappresenta infatti, nei pazienti affetti, la principale causa di morte.
Ad oggi questa malattia, che nel nostro Paese conta circa 3.500 affetti e intorno a 1.000 nuovi casi ogni anno*, risulta purtroppo ancora senza una cura.
L’enzima carente come possibile causa
La causa dell’insorgenza della patologia risulta, in generale, legata all’ereditarietà genetica nel 5-10% dei casi mentre, per il restante 90-95%, rimaneva sconosciuta.
Lo studio effettuato dall’Istituto Mario Negri di Milano in collaborazione con la Città della Salute di Torino propone un nuovo scenario.
Risultava già noto il coinvolgimento della proteina TDP-43 la quale, quando soggetta ad anomalie e disregolazioni, tende a creare degli aggregati che risultano caratteristici della patogenesi della SLA, risultando presenti nel 97% dei pazienti affetti.
Il meccanismo molecolare che correla queste anomalie proteiche con l’insorgenza della SLA non è ancora del tutto chiarito, ma già in passato era emerso il possibile ruolo dell’enzima ciclofillina A nell’influenzare alcune funzioni della proteina TDP-43.
Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Brain nel dicembre 2021*, ha mostrato come proprio l’enzima ciclofillina A non sia solo coinvolto ma risulti fondamentale al corretto funzionamento della proteina TDP-43. L’assenza dell’enzima, ricreata in un modello animale, infatti, porta ad un accumulo anomalo della suddetta proteina ed alla conseguente insorgenza di uno stato di neurodegenerazione simile alla SLA.
Le prospettive
Come sempre succede, l’identificazione di un meccanismo a livello della patogenesi di una malattia diventa automaticamente un potenziale bersaglio nella terapia della patologia stessa.
Anche in questo caso, infatti, il ripristino delle funzioni protettive della ciclofillina A sarà oggetto di studi volti ad agire con forza sull’insorgenza e sulla progressione della SLA.
Fonti:
* https://www.osservatoriomalattierare.it/malattie-rare/sla
** https://academic.oup.com/brain/article/144/12/3710/6491324?searchresult=1#325413820