Portare il proprio amico a quattro zampe in ufficio, in accordo con l’azienda e con i propri colleghi, si può e si deve, senza però dimenticarci di alcune semplici regole di buon comportamento.
Un collega prezioso
Un recente studio ha mostrato come avere al proprio fianco il nostro amico a quattro zampe aumenta la produttività fino al 22%, migliora la concentrazione sul posto di lavoro, la soddisfazione personale, la dedizione, e, in generale, la qualità della vita lavorativa.
La presenza di un cane in azienda è in grado di generare un ambiente di lavoro più sereno, rilassato, migliorando di conseguenza i rapporti di lavoro tra i colleghi.
È scientificamente provato poi come la cura e la compagnia di un animale siano in grado di alleviare stress e tensioni, condizione non a caso impiegata nelle pratiche di pet therapy per alleviare le sofferenze psico-fisiche di persone malate.
I benefici non sono solo psicologici ma anche fisici: approfittando di qualche carezza al proprio amico a quattro zampe, si prendono quelle pause necessarie e utili per la nostra vista che, molto spesso, nella frenesia della giornata, vengono dimenticate.
Cosa dice la legge
L’Italia non ha ancora previsto una normativa specifica relativamente alla possibilità da parte dei dipendenti di portare il proprio amico a quattro zampe in ufficio; tuttavia, regole e divieti possono essere definiti all’interno dei regolamenti aziendali.
Chiaramente le normali regole definite dalle Ordinanze del Ministero della Salute, si applicano anche alla gestione del cane in ufficio: in particolare, il proprietario è sempre responsabile del benessere, della conduzione e del controllo dell’animale e risponde direttamente di danni o lesioni a persone, altri animali o cose.
Pertanto, il padrone dovrebbe avere sempre con sé guinzaglio e museruola da utilizzarsi in caso di necessità e dedicare all’animale, in accordo con l’azienda, spazi idonei e in sicurezza. L’azienda dovrebbe inoltre verificare che il cane sia regolarmente registrato all’anagrafe canina e dotato di microchip oltre che in regola con le vaccinazioni obbligatorie; infine sarebbe opportuno per il datore di lavoro valutare la richiesta ai padroni di stipulare una polizza assicurativa contro i danni causati dall’animale.
Non dimentichiamo le regole del buon comportamento
Non bisogna però dimenticare che il cane non è un oggetto ed è quindi necessario garantirgli e dedicargli un luogo confortevole all’interno dell’ufficio, predisponendo una cuccia, una ciotola con dell’acqua fresca e dei giochi con cui possa distrarsi nel momento in cui non può ricevere attenzioni da parte del padrone o dei colleghi.
È inoltre importante assicurarsi che non vi siano oggetti che potrebbero risultare pericolosi, come, ad esempio, rifiuti (pensiamo ai toner esausti delle stampanti), oggetti taglienti come forbici o graffette o cavi a portata di denti. Almeno tre volte al giorno è poi necessario portarlo all’esterno per i propri bisogni e per fargli fare due passi.
Prima di portare il proprio animale in azienda è bene verificare che non vi siano colleghi che soffrono di allergia o che comunque non apprezzano il fatto di condividere il proprio spazio con un cane (non dimentichiamo che vi sono molte persone che, per vari motivi, ne hanno paura).
Dall’altra parte assicuriamoci che il nostro cane sia socievole anche nei confronti di estranei, sia pulito e in salute, oltre che ben educato.
Tutto considerato, il beneficio che deriva dalla presenza di un cane in azienda è ad ogni modo innegabile. Un beneficio che si traduce da una parte nel miglioramento della vita lavorativa dei dipendenti e dall’altra nell’aumento della produttività e dei conseguenti ricavi per il datore di lavoro. Senza dimenticare i benefici per il nostro amico peloso che non soffrirà più di solitudine abbandonato a casa da solo in attesa che il padrone rientri dal lavoro.
Insomma, avere un cane in ufficio conviene…a tutti!