Il concetto di economia circolare è ormai parte delle strategie aziendali applicate a tutti i settori. Tra queste, punta di spicco è rappresentata dall’edilizia, che accoglie e raccoglie moltissime idee innovative allo scopo di ridurre sprechi ed inquinamento.
I colori dell’arcobaleno
Un esempio della trasformazione di materie originariamente di scarto in prodotti di utilità è dato dalla possibilità di mischiare calce purissima e derivati di piante, uova, latte e molti altri rifiuti organici. In questo modo, ciò che fino a poco prima era scarto si trasforma in base per la realizzazione di pitture bioedili, che trovano ampio utilizzo nel settore dei restauri.
Oltre all’ottenimento di sfumature e nuance sempre nuove e uniche nel loro genere, aumentandone quindi il pregio a livello estetico, l’utilizzo di questi coloranti riduce di molto sia i rischi corsi dai preparatori e dagli utilizzatori di queste pitture sia le modalità di gestione e le incombenze relative al loro smaltimento. Trattandosi di materiali totalmente green, entrambi questi aspetti vengono quindi liberati dalle pericolosità legate alla salute umana ed alla tutela dell’ambiente.
Mattoni commestibili
Un team di studio giapponese ha sfruttato lo stesso principio per la trasformazione di scarti alimentari in materia prima per la produzione di veri e propri mattoni. Il loro target era quello di trovare il modo per convertire un grande problema in una grande possibilità, ovvero il trattamento dei milioni di tonnellate di cibo sprecate ogni anno.
Da questo presupposto è nata l’idea di lavorare scorze, bucce, foglie, torsoli e scarti vegetali in genere che, sottoposti ad essicazione e successiva polverizzazione, miscelati con acqua e pressati, portano all’ottenimento di blocchi di questo nuovo materiale che, non solo presenta caratteristiche di elasticità e plasticità paragonabili o superiori a quelle del cemento, ma risulta addirittura commestibile. Resistente agli agenti atmosferici e microbiologici, questo materiale del futuro è ancora sottoposto a studi per approfondirne le caratteristiche e, di conseguenza, le potenzialità di applicazione.
Isolare con il riso
Un’esigenza tutta italiana è, invece, rappresentata dall’enorme quantità di prodotti derivati dallo scarto agricolo, quali, ad esempio, i derivati della coltivazione di riso. Se, infatti, la paglia di cereali è già ampiamente utilizzata nel settore zootecnico, nessun utilizzo veniva fatto della paglia di riso che rappresentava quindi un mero rifiuto.
L’idea nasce dall’analisi delle caratteristiche di questa paglia, ottenuta da lolla di riso, che hanno evidenziato un’ottima capacità di isolamento termico, ma anche di isolamento acustico. Da questi dati è derivata non solo la produzione di pannelli in paglia di riso, ma anche di mattoni, che garantirebbero la massima traspirabilità, abbattendo i fenomeni di umidità delle pareti, oltre ad avere caratteristiche antisismiche.
I funghi in salotto
Non solo gli scarti agroalimentari possono essere alla base della costruzione di materiali edili, ma possono diventare una vera e propria materia prima per la costruzione di pannelli organici a base di funghi, che li utilizzano come substrato per la loro crescita. Sempre da un’idea italiana, nasce infatti la produzione di pannelli formati da funghi successivamente inattivati, pensati per l’ottenimento di applicazioni di pregio nel settore dell’interior design, ma anche con una valenza funzionale in quanto fonoassorbenti.
Non solo, dallo stesso principio è possibile ottenere dei pannelli che ci permetteranno di costruire interi pavimenti…di funghi!
Moltissime start up innovative investono nel concetto di economia circolare, soprattutto nel campo edile. Applicando questi principi e utilizzando questi nuovi materiali sarà possibile non solo ridurre l’impatto ambientale legato al mondo delle costruzioni “classiche” ma, proprio per le loro caratteristiche specifiche, ottenere anche strutture ed edifici esteticamente originali e unici.