Ormai da anni si discute della appropriatezza del metodo di calcolo del benessere di un Paese, storicamente valutato basandosi sul valore del PIL (Prodotto interno lordo).
Il PIL è un indicatore puramente economico che misura il valore dei beni e servizi prodotti in un determinato Paese, ma non tiene conto di tantissimi fattori che contribuiscono al benessere di un Paese e della sua popolazione.
L’idea di “superamento” del PIL come unico indicatore di misura del benessere è alimentata dalla consapevolezza del fatto che i parametri su cui valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano necessariamente tenere conto anche di benessere sociale, ambientale, diseguaglianza e sostenibilità. Negli anni sono stati suggeriti diversi indicatori di benessere, di sostenibilità ambientale, di qualità sociale e di parità tra i sessi, quali parametri da tenere in considerazione nell’elaborazione, nell’adozione e nella valutazione delle politiche pubbliche, al fine di integrare l’uso degli indicatori macroeconomici, ritenuti non più al passo coi tempi per misurare il grado di benessere di una comunità e a orientare, perciò, le politiche pubbliche.
In ambito internazionale si possono elencare gli indicatori utilizzati da istituzioni quali l’ONU, l’UE e l’OCSE. In Italia, da alcuni anni è stato avviato il progetto BES (Benessere equo e sostenibile), tramite un’iniziativa congiunta del CNEL e dell’ISTAT, al fine di fornire un significativo contributo in questa direzione.
Tale progetto è finalizzato all’individuazione delle misure più idonee a rappresentare il progresso del Paese e dei territori verso l’incremento del benessere dei cittadini. Il progetto considera 12 dimensioni (analizzate tramite 130 indicatori), come ad esempio la salute, l’istruzione, l’ambiente, la qualità dei servizi.
Non cancelliamo il PIL! Uniamo un secondo indicatore perché a benessere materiale non sempre corrisponde benessere umano
Altri indicatori che si possono affiancare al PIL sono:
FIL: Felicità Interna Lorda è il tentativo di definire uno standard di vita sulla falsariga del prodotto interno lordo (PIL).
GPI: Genuine Progress Indicator (indicatore del progresso autentico) è un indice innovativo, che misura lo sviluppo economico, integrando nella sua analisi i fattori ambientali e l’inquinamento creato e/o limitato e/o evitato a causa, o grazie, all’attività d’impresa. I fautori di questo indice sostengono che il GPI sia una misura più attendibile del progresso economico, poiché considera tra i parametri fondamentali anche il consumo delle risorse naturali, il loro mancato o presente rinnovamento nel corso del tempo.
P.I.L. verde: Prodotto Interno Lordo verde è un indice di sviluppo economico che tiene conto delle conseguenze ambientali dello sviluppo economico.
Gli esperti di statistica notano però che il P.I.L. verde presenti numerosi problemi di calcolo; in particolare, è molto difficile riuscire a pesare la perdita della biodiversità o gli effetti del cambiamento di clima causati dalle emissioni dell’anidride carbonica, e molti risultati pubblicati differiscono gli uni dagli altri anche di ordini di grandezza.
La maggior parte degli esperti nel campo ambientale preferisce utilizzare degli indicatori “personali” (quali “spreco pro capite” o “le emissioni dell’anidride carbonica all’anno a persona”), che possono essere definiti e calcolati più facilmente per definire un indice di sviluppo sostenibile.
Andare “oltre il PIL” si configura non come un punto di arrivo ma piuttosto come un primo fondamentale passo verso la definizione di politiche più efficaci.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Prodotto_interno_lordo_verde