La Norma UNI ISO 37001, pubblicata per la prima volta il 15 ottobre 2016, identifica uno standard internazionale di carattere volontario che definisce le modalità di sviluppo di un Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione.
La struttura della Norma
In risposta alla sempre maggiore consapevolezza da parte delle Organizzazioni in merito agli effetti negativi che fenomeni di corruzione interna possono generare sia a livello di immagine sia a livello giudiziario, nel 2016 nasce la Norma UNI ISO 37001, uno strumento utile a supportare le Organizzazioni nell’implementare misure efficaci per prevenire e combattere i possibili eventi corruttivi che si possono verificare all’interno della struttura.
Il Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione (o Anti-bribery Management System) realizzato sulla base della Norma UNI ISO 37001:2016 è perfettamente integrabile ai Sistemi di Gestione per la Qualità, l’Ambiente e la Sicurezza realizzati secondo gli schemi UNI EN ISO 9001:2015, UNI EN ISO 14001:2015 e UNI ISO 45001:2018.
Allo stesso modo, infatti, la Norma UNI ISO 37001:2016 adotta lo schema “High Structure Level” contraddistinto dai classici 10 capitoli comuni, a cui si aggiungono i sottocapitoli caratteristici, invece, della norma sull’anticorruzione.
L’implementazione di un Sistema di gestione anticorruzione prevede, infatti, sia alcuni step comuni alle norme più diffuse come la ISO 9001:2015, quali, ad esempio, la valutazione dei rischi, l’analisi del contesto, il riesame della Direzione, l’effettuazione di audit interni, etc. sia aspetti caratteristici che ne identificano la particolarità. Tra questi ultimi si citano, ad esempio, i controlli finanziari e non finanziari, l’analisi del processo di assunzione, i controlli su soci e consociate, le attività di due diligence, etc.
Il Sistema di Gestione Anticorruzione può essere, inoltre, realizzato a integrazione del Modello di Organizzazione e Gestione adottato ai sensi del D. Lgs. 231/01: gli aspetti relativi alla valutazione dei rischi legati alla corruzione in relazione alle specifiche fattispecie di reato analizzate all’interno del Modello Organizzativo, possono essere, ad esempio, facilmente integrati nelle attività di pianificazione previste dal capitolo 6 del Sistema di Gestione Anticorruzione.
I vantaggi del Sistema Anticorruzione
Poiché nella lotta alla corruzione la legge non è spesso sufficiente ad affrontare tale problema, la responsabilità di contribuire attivamente ricade sulle Organizzazioni, attraverso l’impegno a promuovere una cultura organizzativa finalizzata ai principi di integrità, trasparenza, apertura e conformità alla normativa vigente.
Lo stesso legislatore, con il D. Lgs. 231/2001, ha, infatti, riconosciuto nell’adozione di modelli organizzativi idonei, correttamente applicati ed efficaci a prevenire la realizzazione di illeciti penali, strumenti esimenti di responsabilità, dove, tra i reati presupposto, sono inclusi, appunto, la corruzione in ambito pubblico e privato e la corruzione internazionale.
In tale ottica, l’adozione di un Sistema di gestione Anticorruzione supporta le Aziende e fornisce le necessarie misure atte a prevenire, individuare, impedire e gestire fenomeni di corruzione sia da parte dell’Organizzazione stessa che da parte dei dipendenti, soci o amministratori, definendo le modalità di controllo da attuare.
Lo standard ISO 37001 è, inoltre, certificabile da un Organismo di Certificazione accreditato dimostrando così, anche verso l’esterno, l’impegno delle Organizzazioni nella lotta alla corruzione.
Tra i vantaggi nell’implementazione di un Sistema Anticorruzione certificato si annoverano:
- l’accessibilità a gare e commesse in cui la conformità allo standard ISO 37001 è requisito distintivo e preferenziale;
- il miglioramento dell’immagine aziendale complessiva;
- il miglioramento della competitività dell’Azienda e l’apertura a nuovi mercati;
- l’acquisizione facilitata del Rating di Legalità, da parte dell’Autorità Garante per gli appalti pubblici.
Uno strumento utile, quindi, non solo a fornire un’immagine positiva e attiva nella lotta alla corruzione, ma anche ad applicare misure concrete allo scopo di ridurre i rischi connessi alla commissione di illeciti in ambito corruttivo all’interno dell’Organizzazione.