Uno dei problemi ambientali più rilevanti da risolvere è comprendere come le sostanze chimiche circolino nell’aria, nell’acqua, nel suolo, quale forma assumano in questi tre comparti e come possano causare effetti nocivi agli organismi viventi.
Oggi, il nostro interesse è rivolto ad un particolare fenomeno ambientale, di grave importanza e riscontrato già da diversi anni, che viene definito con il termine di “biomagnificazione”.
Cosa si intende per biomagnificazione?
La biomagnificazione è la tendenza di alcune sostanze di accumularsi negli esseri viventi man mano che si sale al livello trofico successivo, ovvero procedendo dal basso verso l’alto nella piramide alimentare, all’interno della cosiddettarete trofica (chi mangia chi).
Tali sostanze resistono nelle acque o nel terreno senza subire degradazione e possono essere inglobate dai livelli più bassi della rete trofica, ad esempio un insetto o un’alga, dove permangono all’interno di tessuti e cellule.
Negli oceani il mercurio è presente in basse concentrazioni, ma viene assorbito dalle alghe che sono all’inizio della catena alimentare. Queste vengono poi mangiate dal plancton e dagli altri organismi più in alto nella catena alimentare.
Salendo nella rete trofica troviamo i pesci che purtroppo assorbono efficacemente il mercurio mentre lo espellono molto lentamente.
Dove si accumula il mercurio?
Il mercurio tende ad accumularsi soprattutto nei visceri, ma anche nei muscoli. Ciò comporta la bioaccumulazione del mercurio, soprattutto nel tessuto adiposo.
Più grandi e vecchi diventano i pesci, più mercurio possono aver assorbito durante la vita. Ecco perché i pesci predatori, i mammiferi marini e gli uccelli hanno concentrazioni più elevate di mercurio rispetto alle creature direttamente esposte all’inquinante (processo di biomagnificazione).
Le specie ai vertici della catena alimentare possono accumulare concentrazioni di mercurio fino a dieci volte superiori alle loro prede.
Come si accumula nell’Uomo?
Il mercurio ingerito è assorbito rapidamente e completamente dall’apparato gastrointestinale. La maggior parte si complessa con la cisteina libera e con proteine e peptidi che contengono questo aminoacido. Il complesso metilmercurio-cisteina viene riconosciuto da proteine trasportatrici di aminoacidi come se fosse metionina, un altro aminoacido essenziale. A causa di questo mimetismo, il metilmercurio è trasportato liberamente per tutto il corpo e passa anche la barriera emato-encefalica e la placenta, in modo da essere assorbito dal feto in via di sviluppo. Visto che si lega fortemente alle proteine, il metilmercurio non è eliminato facilmente.