Il 20 luglio la Commissione Europea, con la presentazione del Regolamento di integrazione dell’Allegato XVII del Regolamento REACH al Consiglio dell’Unione Europea, ha proposto il divieto di immissione sul mercato e il conseguente utilizzo di miscele contenenti alcune sostanze pericolose utilizzate per i tatuaggi.
I rischi legati alla pratica del tatuaggio
In Europa il numero di persone che portano tatuaggi o trucco permanente è in continuo aumento, in particolare tra i giovani. Le tecniche comunemente utilizzate per i tatuaggi causano una lesione della cute che comporta l’assorbimento da parte dell’organismo degli inchiostri e delle miscele impiegate.
I componenti delle miscele utilizzate consistono in coloranti, emollienti, stabilizzanti, solventi, regolatori del pH, agenti umettanti, conservanti e addensanti. Normalmente i coloranti permangono nell’area trattata in modo che il tatuaggio risulti visibile; le sostanze solubili, alcune tra le quali pericolose, invece, si propagano nell’organismo con tempistiche che variano da qualche ora a qualche giorno. In aggiunta, gli stessi coloranti, se sottoposti a irraggiamento solare o irradiazione laser, sono in grado di rilasciare sostanze chimiche pericolose nell’area trattata.
La proposta della Commissione Europea
Già nel 2015 l’Agenzia Europea per le sostanze chimiche, in collaborazione con Italia, Danimarca e Norvegia, aveva predisposto un fascicolo di valutazione dei rischi per la salute dell’uomo derivanti da alcune sostanze chimiche utilizzate nelle pratiche di tatuaggio dal quale era emerso che tale rischio non era sufficientemente sotto controllo e che indicava l’utilizzo di alcune sostanze classificate con pericolo di cancerogenicità, mutagenicità, tossicità per la riproduzione, corrosività e irritanti.
Tale fascicolo è alla base della proposta della Commissione Europea sul divieto di immissione sul mercato e di utilizzo di miscele contenenti alcune sostanze pericolose utilizzate per i tatuaggi.
Sono, difatti, molti i prodotti che nel corso degli anni sono stati segnalati e ritirati in quanto contenenti sostanze come l’anilina aromatica o l’ammina aromatica 4-metil-m-fenilendiammina in grado di provocare il cancro e sospettate di causare difetti genetici e nuocere alla fertilità.
L’informazione alla base della consapevolezza
Un recente monitoraggio effettuato dai NAS sul territorio nazionale ha rinvenuto la presenza di sostanze tossiche e cancerogene in un campione di inchiostro su cinque, rinvenendo sostanze pericolose quali ammine aromatiche e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Il tutto a spese degli ignari clienti, spesso non sufficientemente informati in merito alle caratteristiche di pericolosità delle miscele utilizzate. A seguito dell’armonizzazione dell’etichettatura tra gli stati membri dell’Unione, proposta dalla stessa Commissione, sarebbe buona pratica che in futuro tutti i tatuatori fornissero al cliente tutte le informazioni necessarie indicate sull’imballaggio o nelle istruzioni d’uso per un uso più consapevole delle pratiche di tatuaggio, al fine di evitare l’utilizzo di sostanze sconsigliate.