L’ottimizzazione dei costi
Pare un paradosso ma molte aziende gestiscono al proprio interno alcune attività “non core” che costano di più di quelle che potenziali fornitori potrebbero rendere disponibili e, spesso, con una qualità ed efficacia migliori, considerando anche la possibilità di poter mettere a confronto, e cambiare nel tempo, più realtà.
Se si considera che l’ottimizzazione dei costi costituisce la strategia aziendale più efficace per l’incremento della redditività, ogni azienda dovrebbe verificare se al proprio interno esistono attività demandabili a fornitori terzi e, se individuate, avviare un benchmark specifico al fine di comparare i costi interni/esterni.
Detta ottimizzazione non necessita di particolari investimenti e non è soggetta a isterismi dei mercati di riferimento ma anzi, in un periodo di lunga congiuntura negativa come quella attuale generata dall’emergenza Covid-19, è elemento indispensabile per la sopravvivenza, con conseguente potenziale “saving”.
Individuazione delle attività “non core”
Tale approccio non deve però essere visto solo come mera riduzione o eliminazione di strutture / risorse ma invece deve essere oggetto di analisi approfondita ed individuazione di possibili alternative, senza impattare sulla capacità di mantenere e/o sviluppare il proprio “business”, individuando le attività veramente “non core” ed addentrandosi nei costi diretti ed indiretti, di struttura e spese generali.
Per citarne alcune, indistintamente rispetto al mercato di riferimento di ogni singola azienda, si possono considerare quelle relative alla gestione del personale, alla contabilità, ai servizi generali, alla logistica, alla qualità, all’assistenza tecnica, agli acquisti ed altre ancora, da affiancare ad una contrattualistica col fornitore basata su un mix di costi fissi e costi variabili, oltre che di valutazione delle performance in modalità bonus/malus.
Il fornitore diventa Partner attivo
In tale contesto le possibilità sono notevoli e disparate con potenziali riduzioni che si protraggono nel tempo, visto che vanno ad impattare spesso su spese ricorrenti (come ad esempio i costi delle risorse che, se ne esistono i presupposti, possono essere anche trasferite al fornitore che erogherà il servizio stesso), affidando l’attività presa in esame in una logica di “outsourcing” verso un Partner più che un fornitore.
La distinzione non è banale; il fornitore rende disponibile un prodotto o un servizio senza alcuna possibilità di customizzarlo (vedi ad esempio i corrieri logistici, le compagnie telefoniche, etc.) mentre il Partner è parte integrante dell’azienda, fornendo valore aggiunto in base all’effettiva partecipazione e proattività, rendendosi disponibile a mutarsi ed adeguarsi a seguito dei cambiamenti nel tempo dell’azienda stessa.
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