Filippo Thiery, noto previsore meteo istituzionale, ha provato a rispondere alla domanda: “L’imponente eruzione del vulcano alle isole Tonga potrà avere apprezzabili effetti sul clima globale?”.
Imparando dal passato
Dai dati a disposizione raccolti a seguito dell’eruzione del monte Pinatubo nelle Filippine del 15 giugno 1991, di entità paragonabile a quella del vulcano delle isole Tonga, è possibile fare una previsione degli effetti che la recente eruzione potrà avere sul clima nei prossimi anni.
L’eruzione del monte Pinatubo causò l’immissione in atmosfera di 17 milioni di tonnellate di anidride solforosa che, a contatto con l’acqua, portò alla formazione di importanti quantità di goccioline di acido solforico, in grado di alterare in misura macroscopica la concentrazione di aerosol in atmosfera. Lo strato di aerosol fu in grado, a un anno dall’eruzione, di espandersi a livello globale e ridurre la radiazione luminosa alla superficie, causando una riduzione dell’anomalia di temperatura di circa 0,2° C nei due anni successivi. Anomalia presto rimossa in conseguenza ai processi chimici e alla circolazione atmosferica che hanno rimosso l’eccesso di aerosol solforici dovuti all’eruzione.
Gli studi effettuati sull’eruzione del Pinatubo permettono di fare previsioni, seppur a livello indicativo e semplicistico, in merito alle conseguenze dell’eruzione del vulcano delle isole Tonga sul clima.
Gli effetti dell’eruzione
Di fatto, l’eruzione del 15 gennaio potrebbe avere effetti apprezzabili sul clima, “ma si tratterebbe solo di una momentanea e marginale fluttuazione interannuale, nell’ambito del trend complessivo”, afferma Thiery, soprattutto considerando che la quantità di anidride solforosa emessa è circa un quarantesimo del quantitativo emesso dal monte Pinatubo; tanto che “il contributo alla fluttuazione climatica del prossimo biennio dovrebbe essere talmente irrisoria, dell’ordine del 2-3% rispetto all’evento del 1991, da non essere neanche misurabile” aggiunge Thiery.
Tra gli effetti si potrebbe osservare una riduzione dell’anomalia di temperatura globale per due anni e una modifica delle precipitazioni che dovrebbe riguardare principalmente l’emisfero australe.
Certo è che gli effetti immediati dell’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’pai si sono sentiti in tutto il mondo: l’onda d’urto causata dall’eruzione si è propagata su tutto il pianeta con una velocità pari quasi a quella del suono, arrivando fino al Regno Unito, a 16.000 km di distanza, mentre il boato sonico è stato percepito fino a 2000 km di distanza, in alcune regioni della Nuova Zelanda. All’eruzione è seguito uno tsunami che ha colpito l’isola principale con onde che hanno raggiunto alcune zone delle coste americane che affacciano sul Pacifico.
Purtroppo, l’eruzione vulcanica non sarà in grado di produrre effetti di lungo periodo tali da compensare il riscaldamento globale causato dalle attività umane; si potranno osservare fluttuazioni momentanee non sufficienti a modificare la tendenza di aumento della temperatura globale.
L’unico modo per invertire la rotta rimane quello di adottare le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso la rinuncia dei combustibili fossili e la lotta contro la deforestazione.
Fonte: Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – “Eruzione vulcano isole Tonga e cambiamenti climatici: una riflessione”