La frase “che il cielo ci aiuti” non è più esclusivamente un modo di dire grazie all’ufficializzazione della partnership che doterà il 118 di droni, così da migliorare le performance di alcuni aspetti del servizio di primo soccorso.
Il progetto
Grazie alla firma, avvenuta lo scorso 13 ottobre, risulta ufficiale il rapporto di collaborazione tra i partner del progetto SEUAM e la Società Italiana Sistema 118 (Sis 118).
Il progetto SEUAM (Sanitary Emergency Urban Air Mobility) nasce per dare una svolta al trattamento dei pazienti in condizioni vitali critiche grazie all’invio in loco di un drone in grado di trasportare dispositivi medici o medicinali a seconda di quanto necessario per il trattamento della specifica situazione in atto.
La “golden hour”
Il tempo è fondamentale quando si presta soccorso ad un ferito, soprattutto se le sue condizioni risultano fortemente compromesse. Lo scenario ideale, infatti, è rappresentato dall’arrivo del soggetto in ospedale entro un’ora dall’avvenimento della situazione che l’ha portato in pericolo di vita, permettendo quindi al paziente di arrivare nella cosiddetta “golden hour” là dove sono presenti le competenze mediche e le strumentazioni o risorse (ad esempio medicinali) necessari alla sua stabilizzazione ed al suo trattamento.
Viene facile immaginare come, per moltissimi motivi, questo nella maggior parte dei casi non riesca a realizzarsi.
Droni medicalizzati
Si apre così, grazie alla firma dello scorso mercoledì, la frontiera dei “droni iperveloci”, equipaggiati in base all’emergenza da affrontare; defibrillatori automatici, farmaci, materiale sanitario, emoderivati o antidoti potranno essere così recapitati in modo “espresso” sul luogo di un’emergenza, aumentando le possibilità di salvare la vita dei soggetti coinvolti.
Il progetto è stato ideato con il focus principale della gestione delle cardioemergenze e della rianimazione, ma le applicazioni possono espandersi a moltissimi ambiti.
Basti pensare alla fornitura di medicinali o antidoti a chi si è ferito facendo trekking in alta montagna o alla possibilità di individuare dispersi o vittime in ambienti difficilmente raggiungibili con i mezzi canonici o, ancora, al rifornimento di materiale medico in luoghi interessati da maxiemergenze.
Da dicembre 2021 si aprirà l’applicazione sperimentale dell’utilizzo di questi droni in alcuni comuni selezionati, che saranno la base per la costruzione di un nuovo concetto di primo soccorso.