Salute e Benessere

Pillsid: La robotica che rivoluziona il trattamento del diabete

Da Pisa arriva PILLSID il robot in grado di rilasciare insulina che rivoluzionerà il trattamento dei pazienti affetti da diabete; scopriamo come.

La tecnologia

PILLSID è costituito da un robot contenente un serbatoio di insulina; viene impiantato nel paziente a livello dello spazio extraperitoneale, con l’instaurazione di un’interfaccia con l’intestino.

Grazie alla presenza di un sensore per il glucosio ed un algoritmo di controllo PILLSID, quando ne rileva la necessità, attiva la sua funzione di pompa e rilascia insulina nei tempi e nelle quantità corrette, simulando la normale funzionalità del pancreas.

Lo studio, svolto dalla collaborazione tra Istituto di Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna, l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, ha inoltre previsto la realizzazione di un sistema di “ricarica” del serbatoio del robot insulinico.

Infatti, nel momento in cui il livello di insulina nel dispositivo risulti carente, il paziente interessato potrà ingerire una pillola che transiterà attraverso l’apparato gastro-intestinale e, una volta giunta in prossimità del robot, verrà agganciata da un sistema magnetico permettendo al dispositivo di aspirare l’insulina e di riempire nuovamente il serbatoio; la pillola ormai vuota verrà poi normalmente espulsa dal paziente.

Le prospettive

Rendere fruibile questo tipo di tecnologia permetterebbe di eliminare le pratiche attualmente in uso nella terapia al diabete, le quali prevedono non solo tutto ciò che concerne la somministrazione di insulina (cateteri, aghi, siringhe, pompe sottocutanee, etc…) ma anche la gestione della misurazione e del controllo della glicemia; entrambi questi aspetti, in alcune condizioni cliniche, vanno ripetuti anche diverse volte al giorno.

Al momento il dispositivo ha raggiunto la validazione pre-clinica, e lo studio ha visto la pubblicazione sulla rivista Science Robotics*; i risultati sono molto incoraggianti e fanno intravedere al gruppo di ricerca la reale possibilità che, in futuro, questa sia la strada per l’ottenimento del primo pancreas impiantabile artificiale.

Questo tipo di tecnologia, inoltre, potrebbe trovare applicazione nel trattamento di altre patologie croniche che colpiscono gli organi intraperitoneali, ampliando il raggio d’azione del dispositivo e facilitando il trattamento clinico di moltissimi pazienti con diverse situazioni patologiche.

I prossimi step

Le prossime fasi saranno incentrate sulla messa a punto della pratica clinica, valutando e potenziando aspetti quali la tenuta stagna del dispositivo e l’ottimizzazione dell’interfaccia tra robot ed organi interni; tutto questo sarà accompagnato da una fase di validazione pre-clinica a lungo termine per poter quantificare ed analizzare gli effettivi benefici clinici che il trattamento con questo dispositivo potrebbe apportare ai pazienti

Fonti:

* https://www.science.org/doi/10.1126/scirobotics.abh3328

Elena Colombo