A partire dalla sua invenzione, l’acciaio inox è stato utilizzato nei più svariati settori e applicazioni. Ma ciò che maggiormente lo rende un utile alleato sono le sue caratteristiche di ecosostenibilità e di igienicità, caratteristiche che lo rendono il materiale ideale per uno sviluppo sostenibile del settore alimentare.
Una grande invenzione per il food
L’invenzione dell’acciaio inox si deve, come molto spesso accade nelle grandi invenzioni, per caso, all’inglese Harry Brearley nel 1912, il quale, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, stava conducendo esperimenti per trovare una lega di metallo in grado di rendere le armi da fuoco maggiormente resistenti al calore. Brearley scoprì così che, trattando l’acciaio con il cromo, questi diventava molto più resistente all’attacco di agenti chimici, al calore e all’ossidazione.
Nel corso degli anni l’acciaio inox è stato utilizzato per i più svariati usi e settori, dal settore delle costruzioni e dei trasporti, all’industria chimica e manifatturiera, fino all’uso in ambito alimentare, grazie ad una delle principali caratteristiche che lo identificano: l’igienicità.
L’acciaio inox garantisce, infatti, una buona inerzia nei confronti delle sostanze con cui entra in contatto, rendendolo perfetto, quindi, per la preparazione e conservazione degli alimenti. Grazie alla sua elevata resistenza alla corrosione e alla compattezza della superficie, nonché al fatto che non richiede verniciatura né specifici trattamenti superficiali, l’acciaio inox non altera il colore, il sapore e l’odore dei prodotti con cui viene a contatto, rendendolo il materiale ideale non solo per la produzione di utensili da cucina ma anche per la realizzazione di macchine e attrezzature impiegate nel settore alimentare. Senza dimenticare, in ultimo, l’elevata rimovibilità batterica nelle fasi di pulizia.
Un materiale green
Non solo, l’acciaio è anche un materiale ecosostenibile. L’elevata durata aiuta a diminuire notevolmente la produzione di rifiuti, ma l’aspetto più importante lo si osserva alla fine del suo ciclo di vita: potenzialmente e completamente riciclabile all’infinito, senza perdere nessuna delle sue qualità originali, rappresenta oggigiorno una materia prima seconda molto richiesta nei più svariati settori. Il riciclo dell’acciaio rappresenta, di fatto, una filiera fortemente strategica, determinando molteplici vantaggi, sia da un punto di vista ambientale, sia da un punto di vista economico.
L’Italia si colloca tra i Paesi più virtuosi nel riciclo dell’acciaio, basti pensare che nel 2019 ben l’82,2% di acciaio immesso al consumo è stato riciclato (fonte: CONAI) e che ogni nuovo manufatto prodotto contiene circa il 60% di acciaio riciclato, di cui in media il 35% rappresentato da scarti di lavorazione e il 25% da prodotti a fine vita recuperati e rilavorati.
Nel complesso, nell’economia italiana, la sostituzione della materia prima seconda determina un beneficio pari a 23 milioni di TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) e 63 milioni di tonnellate di anidride carbonica, con i benefici maggiori che derivano proprio dal settore siderurgico e metallurgico. In particolare, il recupero e riciclo dell’acciaio determina da solo il 59% delle minori emissioni di anidride carbonica e il 60% del risparmio dei consumi energetici (fonte: Rapporto Greenitaly 2020 – Fondazione Symbola e Unioncamere).
Settore, quello del riciclo, rigidamente controllato dalla legislazione europea che, con il Regolamento 333/2011/UE, definisce criteri e obblighi minimi di monitoraggio per la cessazione della qualifica di rifiuto delle singole partite di rottami ferrosi: per i rottami di acciaio, il limite fissato alla presenza di materiali estranei è del 2%, con la richiesta ulteriore al produttore di fornire una dichiarazione di conformità che accompagni la partita e l’implementazione di un Sistema di Gestione per la Qualità, che assicuri l’adozione di specifici protocolli di controllo e monitoraggio.
Le parole chiave, quando si parla di acciaio, sono quindi:
- riusare, grazie all’elevata resistenza e durata dei prodotti;
- recuperare, reimpiegando gli scarti di produzione ed i rottami;
- ridurre
- la produzione di rifiuti attraverso il riutilizzo dei prodotti,
- il consumo di materie prime attraverso il recupero ed il riciclo,
- i consumi idrici ed energetici attraverso la produzione di manufatti riciclati;
- riciclare, dando vita a nuovi prodotti realizzati attraverso il recupero di rottami e di scarti di processo in un ciclo potenzialmente infinito a ridotto impatto sull’ambiente.