Un evento da (non) celebrare
Più passa il tempo e più cresce, inesorabilmente, l’impatto dell’umanità sul pianeta Terra. A ricordarcelo, ancora una volta, è una data divenuta ormai simbolica e che, di anno in anno, tende a ripresentarsi sempre con maggior anticipo. Parliamo dell’overshoot day, anche conosciuto come giorno del sovrasfruttamento.
Con il predetto termine si fa riferimento al dissipamento delle risorse naturali disponibili che il nostro pianeta, durante un intero anno, è in grado di originare. Ad inchiodarci davanti alle nostre colpe e responsabilità è uno studio condotto dal Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale senza fini di lucro fondata nel 2003, che, nel determinare il periodo in cui tale giorno ricorre, tiene conto di taluni fattori estremamente rilevanti. Tra questi rientrano: la densità di popolazione di un Paese, i comportamenti e le abitudini alimentari degli abitanti, le modalità in cui il Paese in questione viene amministrato e, da ultimo, come viene gestito tutto ciò che concerne il comparto energetico.
L’impronta ecologica
Analizzare gli aspetti appena menzionati è utile in quanto permette di tirare alcune somme e, allo stesso tempo, di operare un raffronto tra due distinti indicatori. L’impronta ecologica, intesa come l’ammontare dei consumi di una popolazione, da un lato, e la biocapacità, ovvero la quantità di risorse che un territorio è effettivamente in grado di offrire, dall’altro.
Com’era facile attendersi, i risultanti scaturiti dallo studio non sono stati particolarmente incoraggianti. Prendiamo ad esempio l’Italia, anche se la situazione è ugualmente infelice un po’ dappertutto. Il nostro Paese, per l’appunto, ha tagliato questo spiacevole traguardo, vale a dire quello di consumare più di quanto fosse in grado di produrre, di recente, giovedì 13 maggio 2021 per l’esattezza. Un giorno in anticipo rispetto all’anno da poco trascorso. Cinque mesi prima, invece, rispetto agli anni ’70, quando il boom economico e demografico, meglio noto come “miracolo economico italiano”, non aveva ancora preso il sopravvento.
In debito col pianeta
Una considerazione prevale sulle altre. L’Italia è entrata ufficialmente in pieno deficit ecologico avendo di fatto contratto un debito con la Terra che la costringe a dover attingere, da qui fino alla conclusione del 2021, dalla razione di risorse che, in linea teorica, sarebbe di competenza del 2022. Secondo varie stime, infatti, mantenere gli odierni ritmi di consumo richiederebbe, al nostro Paese, le risorse di 2,7 Terre e ciò, ovviamente, non è minimamente pensabile, figurarsi realizzabile. Una situazione siffatta appare chiaramente insostenibile e dovrebbe far riflettere, in modo serio e consapevole, sull’attuale stile di vita caratterizzante la moderna società civile, decisamente proiettata al consumismo, e, in generale, sulle nostre abitudini più radicate.
Lo dobbiamo al nostro pianeta, alle generazione che verranno e, perché no, anche alle nostre coscienze.
Fonti:
– https://www.focus.it/ambiente/ecologia/overshoot-day-2021-italia-13-maggio ;