Il glaucoma è una patologia oculare considerata legata all’età; generalmente, infatti, compare dopo i 40 anni e risulta molto frequente nelle persone anziane. E quindi, quale migliore modo di curare una malattia dell’occhio tipica dell’età anziana, se non facendo ringiovanire la retina?
Il glaucoma
Secondo l’OMS, questa patologia rappresenta la prima causa di cecità di tipo irreversibile a livello mondiale, affliggendo più di 50 milioni di persone.
La causa di questa condizione è rappresentata da una troppo elevata pressione intraoculare, dovuta all’eccessiva presenza di umore acqueo, il liquido presente a livello dell’occhio che viene costantemente prodotto e riassorbito; un’alterazione in questo meccanismo porta ad un accumulo di liquido e ad un conseguente aumento della pressione oculare.
Questa situazione, se continuativa, porta al danneggiamento del nervo ottico, ovvero quell’insieme di cellule nervose (neuroni) che permettono di trasmettere al cervello i segnali relativi a ciò che stiamo guardando e a tutto quello che gli sta attorno; inizialmente, questo danno porta alla riduzione del campo visivo periferico, permettendoci cioè di vedere un oggetto, ma non la zona ad esso circostante. Con il passare del tempo, la pressione danneggia in toto il nervo, portando all’ultimo stadio ed alla cecità assoluta.
Ringiovanire la retina
Anche se ci stiamo riferendo all’occhio, le cellule del nervo ottico che vengono danneggiate in questa patologia sono rappresentate da neuroni, che hanno la caratteristica di potersi rigenerare all’inizio dello sviluppo, ma non nell’età adulta.
Partendo da questo presupposto, i ricercatori dell’Università di Harvard, hanno studiato una modalità che permetterebbe di ringiovanire la retina e, di conseguenza, permettere alle cellule danneggiate di potersi riparare.
La tecnica
Questo risultato è stato ottenuto su topi adulti presentanti glaucoma, utilizzando un virus reso innocuo come vettore per veicolare tre geni, OCT4, SOX2 e KLF4 a livello della loro retina; questi geni, attivi durante lo sviluppo embrionale, hanno indotto il “ringiovanimento” della retina e permesso la rigenerazione delle cellule del nervo ottico, ripristinando così la vista.
Questa tecnica, ed i relativi risultati, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature. *
Le prospettive
Questo studio si basa sul lavoro precedentemente svolto dallo scienziato giapponese Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012 insieme a John Gurdon, per la scoperta delle cellule staminali riprogrammate, ovvero cellule adulte riportate ad una fase giovanile e, quindi, rese nuovamente in grado di maturare in un diverso tipo cellulare da quello di partenza e di acquisire nuovamente caratteristiche delle cellule giovani, come ad esempio la capacità di rigenerarsi.
Come abbiamo potuto vedere nell’esempio del glaucoma, reintrodurre la capacità di rigenerazione cellulare potrebbe rappresentare una nuova frontiera per la cura di moltissime patologie degenerative.
Fonti:
* https://www.nature.com/articles/s41586-020-2975-4