Informazioni generali

La folle corsa di A68 verso l’isola dei pinguini

In diversi articoli precedentemente pubblicati* abbiamo visto come le attività dell’uomo possano generare un impatto sull’ambiente. Un ultimo, tragico, esempio arriva dalla notizia che l’iceberg A68, uno di più grandi al mondo, risulta in rotta di collisione con l’Isola dei Pinguini.

Il distacco di A68

La “nascita” di questo iceberg risale al 2017, quando una lastra con una superficie più ampia della Liguria si è staccata dalla piattaforma di ghiaccio più grande dell’Antartide, chiamata Larsen C.

Il processo di distacco, che prende il nome di calving, dal termine inglese “partorire”, rappresenta un fenomeno naturale per i ghiacciai e si verifica quando gli stessi raggiungono un mare o un lago; spinti da fattori quali le deformazioni dovute all’imponenza della loro massa o dalla gravità, nel momento in cui questi colossi raggiungono il nuovo fronte acquoso, si attua un processo di fusione che porta al distacco di grosse porzioni definite iceberg.

Il viaggio di A68

Per circa un anno A68 non ha dato particolare motivo di allarme, rimanendo in prossimità di Larsen C. Dal luglio 2018, tuttavia, le correnti oceaniche hanno dato il via ad una pericolosa corsa dell’iceberg.

La potenza del vento marino e delle correnti hanno fatto sì che A68 percorresse, in circa tre anni, più di 1000 Km nell’oceano Atlantico.

In rotta di collisione

Gli esperti non hanno praticamente più dubbi: A68 è in rotta di collisione con l’isola della Georgia del Sud, la cosiddetta “Isola dei Pinguini”. Lo schianto derivante andrà a compromettere fortemente un ecosistema molto ricco in biodiversità, che comprende pinguini, foche e balene. Il rischio è legato, inoltre, anche allo schiacciamento di coralli, plancton e spugne sui fondali marini che porteranno quindi a forti modifiche dell’ambiente circostante.

Inoltre, se l’iceberg si fermasse sul lato dell’isola, potrebbe bloccare la via percorsa da foche e pinguini alla ricerca di cibo, situazione che allungherebbe notevolmente i tempi necessari a trovare il nutrimento.

Anche se una spedizione di ricercatori sia in procinto di partire per studiare la situazione e raccogliere rilievi, fondamentali per la gestione di possibili situazioni simili che si potrebbero verificare in futuro, l’unica speranza di evitare il disastro risiede nelle correnti e nei venti. Nulla possiamo fare contro la corsa folle di questo colosso di ghiaccio.

I cambiamenti climatici

Nonostante il calving sia un fenomeno naturale e fisiologico nella vita dei ghiacciai, gli esperti sono concordi nel ritenere che i cambiamenti climatici vadano a velocizzare il processo di nascita degli iceberg e che, in futuro, questo tipo di evento si verificherà con sempre maggior frequenza.

Proprio per questo, anche se non sarà risolutiva, risulta di massima importanza l’attività di studio che verrà effettuata dai ricercatori in viaggio verso A68.

Dott.ssa Elena Colombo

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Elena Colombo