La recente pandemia COVID19 ha imposto alla comunità scientifica di raddoppiare gli sforzi della ricerca di una terapia curativa e di una strategia preventiva, rappresentata fino ad ora dal vaccino, all’insorgere di un’infezione virale. Emerge tuttavia un’altra possibilità, legata ad un “antivirale universale” che potrebbe rivelarsi efficace anche nella lotta alla diffusione del COVID19.
Il principio
È stata identificata dai ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) una proteina della famiglia “argonauta”, chiamata AGO4, che sembra presentare un ruolo chiave nel contrasto alle infezioni virali.
Questa proteina, la cui funzione fisiologica non è stata ancora del tutto compresa, risulterebbe coinvolta nel processo di RNA Interference, ovvero quel meccanismo mediante il quale alcuni frammenti di materiale genetico vengono “spenti”, impedendo l’espressione dei geni da essi codificati.
La proprietà antivirale
Il coinvolgimento di questa famiglia di proteine, ed in particolare della proteina AGO4, nel silenziamento genico ha acceso l’interesse dei ricercatori che, attuando degli studi in vivo, hanno evidenziato la correlazione tra le cellule con una carenza di AGO4 e la maggior incidenza di infezioni virali.
In particolare, nei modelli murini sottoposti ad infezione da influenza, livelli virali significativamente più elevati venivano riscontrati in animali con scarsi livelli di AGO4.
L’antivirale universale
Da queste evidenze nasce l’intuizione di poter sfruttare la proteina come prezioso complice nella lotta alle infezioni virali.
Basandosi sul fatto che il meccanismo dell’RNA Interference agisca anche nei confronti del ciclo replicativo di diversi virus, lo sviluppo di un antivirale che sfrutti le proprietà di AGO4 potrebbe fungere da farmaco ad ampio spettro, potenzialmente efficace nei confronti di moltissime famiglie di virus contemporaneamente: l’antivirale universale.
La prospettiva
Al momento la ricerca scientifica sta ancora lavorando al progetto, muovendosi contemporaneamente su due fronti, ovvero identificare la modalità ottimale con cui potenziare AGO4 e definire il reale range di efficacia del farmaco nei confronti delle varie famiglie virali.
La possibilità di avere a disposizione un singolo medicinale che agisca su più infezioni virali simultaneamente avrebbe il principale vantaggio di poter agire a largo spettro, capacità che permetterebbe di ottenere una svolta nella terapia, ad esempio, delle influenze.
Inoltre, in questo modo si potrebbero ridurre i tempi ed i costi della ricerca scientifica, che non dovrebbe più necessariamente dedicarsi allo sviluppo di farmaci o vaccini specifici per ogni componente di una famiglia virale.