Dall’inizio dell’emergenza, i principali player della catena logistica hanno adottato diverse misure per tutelare la salute e la sicurezza delle persone coinvolte, recependo e spesso anticipando le indicazioni delle autorità.
Il trasporto intermodale è una metodologia di trasferimento delle merci che utilizza come standard i container che possono essere facilmente spostati da un mezzo di trasporto (nave, camion, treno) all’altro, fino a destinazione.
Il trasporto intermodale limita la circolazione delle persone addette in relazione ai volumi movimentati:
- il treno percorre lunghe distanze con un ridotto impiego di personale (macchinisti);
- la strada viene utilizzata per il breve tragitto di ritiro o consegna dell’unità, con personale locale sia nei terminal di trasbordo che sui camion.
Minor impiego di persone e facilità nei controlli sanitari
Per esempio, in un treno troviamo un equipaggio di 2 persone per movimentare 40 semirimorchi*, mentre in un terminal intermodale che gestisce giornalmente 20 coppie di treni troviamo 60 ferrovieri per muovere merce che altrimenti mobiliterebbe 800 autisti.
Oggi le aziende leader del settore logistico stanno prediligendo il trasporto ferroviario per diminuire la mobilità di persone attraverso l’Europa.
Ma se è vero che il trasporto intermodale ferroviario è vitale per l’economia e gli approvvigionamenti, esso va potenziato e garantito con misure specifiche.
Dando un occhio ai numeri troviamo che in Italia il volume di merci trasportate su ferrovia ammonta a 97 mln di tonnellate annue, di cui 60 mln di tonnellate** con la tipologia del trasporto intermodale strada/rotaia.
Il trasporto ferroviario, sia intermodale che convenzionale, riveste un ruolo strategico, in quanto movimenta grandi quantità di merce su lunghe distanze, con percorsi fissi, con un utilizzo del personale limitato e facilmente controllabile dal punto di vista sanitario, oltre ad aver un minor impatto ambientale per tonnellata trasportata!
Il trasporto intermodale in Italia
L’Italia, per ragioni dettate dalla sua morfologia (barriera delle Alpi) e dalle politiche di limitazione del traffico pesante su strada dei paesi confinanti (es. Svizzera e Austria), è da sempre uno dei principali Paesi europei per quanto riguarda il trasporto intermodale strada–rotaia a livello internazionale, meno sviluppato invece quello a livello nazionale, dove viene ancora preferito il trasporto su strada.
Il trasporto intermodale risulta quindi la soluzione più sicura per contenere l’epidemia e sostenere l’economia di un paese.
Fonti: