Il contact tracing è il tracciamento delle persone con le quali siamo entrati in contatto ed è ritenuto uno dei metodi più efficaci per limitare la diffusione delle epidemie come quella che stiamo combattendo.
Possiamo gestire questo approccio di tracciamento sfruttando poco o molto la tecnologia, come?
L’approccio meno tecnologico consiste nell’individuare un contagiato e chiedere con chi è entrato in contatto negli ultimi “tot” giorni. Se l’infetto ricorda a memoria tutti i suoi spostamenti e tutte le persone che ha incontrato, allora questo è già un contact tracing efficace. Ma, naturalmente, quasi nessuno si ricorda tutte queste informazioni, specialmente se i giorni da tracciare sono molti (come in questo caso).
Per ovviare a questa situazione poco precisa, è in corso di sviluppo l’app IMMUNI che permette, grazie alla sola attivazione del Bluetooth, di registrare tutti i dispositivi (e quindi le persone) che si avvicinano oltre ad una determinata distanza.
L’applicazione Immuni, dovrebbe essere composta da 2 parti:
- diario clinico composto da una serie di quesiti come per l’applicazione AllertaLOM;
- contact tracing: utilizzando la connessione Bluetooth (low energy) più dati GPS, infatti, l’app registra solo se due persone (entrambe con l’app e il Bluetooth attivato) sono state abbastanza vicine tra loro da essere a rischio contagio.
E per quanto riguarda la privacy di tutti noi?
Dovrebbe essere ormai sicuro che i dati dei movimenti rimarranno allocati sullo smartphone, ma nel caso il soggetto risultasse positivo al Coronavirus i dati verranno trasferiti al Ministero che li analizzerà incrociandoli con tutti i dati degli altri smartphone che il soggetto ha incontrato negli ultimi giorni (es. i precedenti 15 giorni). Con questa modalità si può far arrivare un’allert a tutti gli smartphone interessati indicando di farsi controllare da un medico.
Aspettarsi questo messaggio non sarà sicuramente piacevole come non lo sono tutte le restrizioni che stiamo attuando, ma ad oggi sono le uniche armi per un ritorno alla normalità.
Il contac tracing è funzionale grazie alla combinazione “applicazione più analogico”, la sola applicazione non risolve il problema senza le adeguate risorse attive sul territorio.
Abbiamo questa opportunità tecnologica ma, affinché la stessa dia il risultato sperato ci sarà poi bisogno di risorse umane che analizzino i dati, che facciano tamponi più mirati, che effettuino controlli della temperatura prima di ogni ingresso sui mezzi pubblici, etc….
Subito è emerso lo scontento da parte dei potenziali utenti a causa del fatto che IMMUNI sfrutti il tracciamento delle persone per svolgere il proprio servizio. In Italia milioni di utenti al giorno si localizzano con Delivery, Just Eat, Tinder, etc… e ora un’app di pubblica utilità viene attaccata per il rilevamento della posizione? Ma se fosse un’App per contrastare l’arrivo di un uragano, la scaricheremmo? Forse sì, perché il pericolo è chiaramente visibile, mentre il COVID-19 resta invisibile agli occhi, nonostante le chiare tracce del suo passaggio.
Per poter funzionare c’è sicuramente bisogno che un’importante quota della popolazione accetti di scaricare l’applicazione, tenendo presente che anziani e possessori di smartphone non compatibili (funzionerà solo per sistemi operativi IOS e Android, con determinate caratteristiche) rappresentano una significativa porzione della popolazione.
Nonostante l’App abbia ancora degli aspetti da perfezionare, può rappresentare un valido strumento da affiancare alle misure già in atto per contrastare la pandemia COVID-19 e tornare alla normalità.